Mario Ambel - 04-06-2004
La scuola dai doveri della Repubblica (di rimuovere gli ostacoli) a quelli del cittadino (di fare i salti mortali).
Comincia l’ultima fase della riforma Moratti e comincia subito male, molto male. E’ stato infatti approvato il decreto che, secondo il comunicato stampa del Ministero e le riprese un po’ frettolose dei giornali, sancisce “l’innalzamento dell’obbligatorietà scolastica fino a 18 anni”. In realtà non è così; si tratta di un’ennesima bugia mediatica. Anzitutto l’obbligo non viene innalzato, ma è stato prima abolito e poi trasformato in diritto/dovere. L’art.1 del decreto afferma infatti che l’” obbligo scolastico previsto dall’art. 34 della Costituzione” e l’” obbligo formativo” introdotto dal ministero Berlinguer fino a 18 anni “sono ridefiniti ed ampliati, […] come diritto all’istruzione e formazione e correlativo dovere”. A parte l’amenità di ridefinire con un decreto applicativo di una legge delega il senso dell’ articolo 34 della Costituzione, diventa decisivo capire che cosa si voglia intendere per diritto-dovere. Chi si riconosce in formule come “scuola della Repubblica” o “scuola secondo Costituzione” sa che l’articolo costituzionale cui si è sempre fatto riferimento, per delineare i rapporti fra scuola e “Repubblica”, è l’art.3. Bene da oggi, secondo il centrodestra, la scuola cambia articolo costituzionale di riferimento: non più l’art. 3, ma il secondo comma dell’art.4! Il decreto afferma che la “fruizione dell’offerta di istruzione e formazione costituisce per tutti”, compresi “i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato”, un “dovere sociale ai sensi dell’art.4 secondo comma della Costituzione”.
>>> continua...
Comincia l’ultima fase della riforma Moratti e comincia subito male, molto male. E’ stato infatti approvato il decreto che, secondo il comunicato stampa del Ministero e le riprese un po’ frettolose dei giornali, sancisce “l’innalzamento dell’obbligatorietà scolastica fino a 18 anni”. In realtà non è così; si tratta di un’ennesima bugia mediatica. Anzitutto l’obbligo non viene innalzato, ma è stato prima abolito e poi trasformato in diritto/dovere. L’art.1 del decreto afferma infatti che l’” obbligo scolastico previsto dall’art. 34 della Costituzione” e l’” obbligo formativo” introdotto dal ministero Berlinguer fino a 18 anni “sono ridefiniti ed ampliati, […] come diritto all’istruzione e formazione e correlativo dovere”. A parte l’amenità di ridefinire con un decreto applicativo di una legge delega il senso dell’ articolo 34 della Costituzione, diventa decisivo capire che cosa si voglia intendere per diritto-dovere. Chi si riconosce in formule come “scuola della Repubblica” o “scuola secondo Costituzione” sa che l’articolo costituzionale cui si è sempre fatto riferimento, per delineare i rapporti fra scuola e “Repubblica”, è l’art.3. Bene da oggi, secondo il centrodestra, la scuola cambia articolo costituzionale di riferimento: non più l’art. 3, ma il secondo comma dell’art.4! Il decreto afferma che la “fruizione dell’offerta di istruzione e formazione costituisce per tutti”, compresi “i minori stranieri presenti nel territorio dello Stato”, un “dovere sociale ai sensi dell’art.4 secondo comma della Costituzione”.
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